lunedì 4 novembre 2013

L'incendio di Andogno

"La Gazzetta di Trento", 15 novembre 1862

Stenico 10 novembre 1862
(Nostro carteggio particolare)

Ieri sera verso le ore 7 lo squillo delle campane e le grida di fuoco allarmarono nuovamente questi abitanti, ed una densa colonna di fumo con le rosse tinte al ciel lontano avvisarono un incendio, quasiché non bastasse la non interrotta serie di sventure che affiggono da anni questo distretto.
E diffatto Andogno, pacifico paesello alle falde dei monti che sormonta la vedretta della Tosa, per causa finora ignota fu preda delle fiamme.
Trentatrè case coperte a paglia abitate da 44 famiglie in poco più di mezz'ora non furono che fumanti rovine, ne potevansi salvare che tre case e la chiesetta.
Mobili, grani, paglie, strame e fieni, il prosperoso raccolto dopo 10 anni di scarsezza, tutto fu in pochi momenti distrutto. Molte di queste case erano fabbricate a più piani ed a soffitta e più compiuto fu perciò lo sterminio e maggiore il pericolo per gli abitanti consistenti per lo più in povere donne coi loro figliuoli sendoché gli uomini erano di già partiti per l'Italia ove si trovano a lavori vernali. Ed in vero straziante fu lo spettacolo. Stringere con una mano i bimbi ed afferrare coll'altra l'armente, le si vedeva correre confuse per le anguste vie e sparpagliarsi per le campagne guardando con muto silenzio come il fiero elemento divorava il frutto delle loro fatiche. Ancor mentre infuriava il fuoco comparve il sig. pretore Bernardi con tutti i suoi impiegati, la i.r. Gendarmeria, buon numero di abitanti di Stenico e d'altri paesi con alla testa il sig. capo-villa Litterini che condusse per quei sentieri alpestri la macchina idraulica di Stenico, e con essi accorse il clero delle vicine ville e lontane, e le persone del corpo sanitario portando ovunque assistenza e conforto.
Grande però fu la scarsezza dell'acqua ed ancora molto tempo dopo la mezza notte le fiamme guizzavano per ogni dove e l'astro notturno sotto un velo di fumo, quasi che mesto spettatore di umani guai, mandava sua cupa luce su questa scena di squallore.
Non si deplorano vittime umane avvegnaché gli abitanti all'ora dell'incendio si trovassero in casa, e le case stesse fabbricate a ridosso del monte formassero un labirinto da cui non fu facile uscire e non perirono che poche armente soffocate dal fumo. Il danno recato ai fabbricati ammonta all'incirca a 20000 F. essendone assicurato un importo di F. 14000 all'Istituto provinciale; il danno riguardo agli effetti mobili viene fatto ascendere pure all'ingente cifra di F. 20000 ed i mobili stessi non sono assicurati che circa nella terza parte.
Il paesetto era povero, l'inverno trovasi alla porta, l'inverno come si fa sentire sui monti, ma la Villa di Andogno fiduciosa, spera che a lei pure si porgerà l'obolo di cristiana carità che fu elargito ad altre sorelle di sventura.