La Famiglia
Cristiana, 2 giugno 1893
Quadra, 31
(Affettuoso
e dolente addio) Nel punto in cui l'impareggiabile don Lorenzo
Guetti ci lascia per assumere la curazia di Fiavé, noi, senza tema
di offendere la di lui modestia, vogliamo dare pubblico sfogo ai
sentimenti di affetto, ammirazione, gratitudine che ci traboccano dal
cuore. Don Lorenzo ci fu per lunghi anni padre, maestro, fratello,
amico nel più largo senso della parola. Egli, zelantissimo
nell'esercizio del sacro ministero, ci spezzò il pane della
cristiana dottrina insegnandoci le leggi della giustizia,
dell'onestà, della carità fraterna; egli l'educatore dei nostri
figli, l'aiuto dei bisognosi, il consolatore degli afflitti, il
consigliere dei dubbiosi, il pastore paziente e pietoso per le
pecorelle erranti. Il suo carattere operoso, il suo spirito
iniziatore piantò le basi del benessere materiale nella sua Quadra,
allargandone per tutte le valli di Giudicarie i benefici frutti.
Agronomo esperto e passionato, economo di larghe vedute, fondò le
Famiglie cooperative, iniziò le Casse rurali di
risparmio e di prestito, lavorò, scrisse, pur di riuscire a
sollevare la miseria delle nostre popolazioni rurali. Al soave
accento della sua parola franca, amorosa, disinteressata, tacciono i
dissidi, sfumano le difficoltà, si rasserenano gli animi; egli
parla, convince, va innanzi coll'esempio, insegna coi fatti. Due
grandi ideali sorridono al suo animo generoso, Dio e la Patria,
e si può dire che la sua vita si esplica e compendia in essi. A
ragione si piange in Quadra la sua partenza.
O padre
amatissimo e desiderato, è doloroso il perderti dopo averti
posseduto; nè v'è speranza che il vuoto della tua lontananza venga
riempito. Tu parti, ma noi ti seguiamo col desiderio, col cuore;
anche lontano tu devi amarci come sempre ti ameremo noi. Fortunati
fiavetani, noi invidiamo la vostra fortuna; sappiate degnamente
apprezzarla.
Gli
abitanti di Quadra