domenica 27 aprile 2014

L'arrivo di don Guetti a Fiavé

La Famiglia Cristiana, 7 giugno 1893

Dalle Giudicarie Esteriori, 5
(Possesso). Chi conosce i giudicariesi e conosce don Renzo, può bene immaginarsi se il suo possesso avvenuto ieridì della curazia di Fiavé fu bella occasione alla mutua espansione dei cuori, e fu festeggiato colla maggior pompa possibile. Accompagnato dal parroco di Bleggio, dal decano di Lomaso, dal venerato zio don Lorenzo Guetti, da altri sacerdoti ed amici di Bleggio e di Lomaso, sabato passato verso le 4 pom. il novello curato giungeva a Stumiaga. Qui venne ad incontrarlo la rappresentanza di Fiavé, e le espressioni scambiatesi fra il pastore e il novello gregge furono poche, ma cordiali, ma improntate a quella schiettezza di cui a ragione vanno superbi i giudicariesi. Fra lo sparo dei mortaretti, il suono de' sacri bronzi, e numeroso popolo ei fece l'ingresso nel paese addobbato a festa con archi, bandiere, iscrizioni. 

Entrati in canonica fu servita una cena, a nome del comune, ai numerosi invitati, alla fine della quale cominciarono i brindisi. Primo il decano di Lomaso esternò il giubilo per avere a capo d'una delle più importanti curazie della sua parocchia il ben noto don Guetti.
Si alzò per secondo il parroco di Bleggio, e gli presentò un bellissimo crocifisso argentato a nome del clero colla seguente dedica:
AL VERO SACERDOTE DI CRISTO
AL LEALE AMICO AL SINCERO PATRIOTA
M.R.D. LORENZO GUETTI
NOVELLO CURATO DI FIAVE'
NEL DI' DEPLORATO DEL SUO CONGEDO DA QUADRA
QUESTA DIVINA IMMAGINE
PERCHE' RISPECCHIANDOSI IN ESSA TROVI CONFORTO
E SPERANZA NELLE BATTAGLIE DELLA VITA
IL CLERO DI BLEGGIO CONCORDE
IN SEGNO DI STIMA E D'AFFETTO
O.D.D.
Seguirono il vecchio zio ed altri sacerdoti ed amici, che non a sole parole mostrarono i sentimenti di stima e d'affetto che nutrono verso don Guetti, il quale era estremamente commosso per tante dimostrazioni. A compimento di questo doveva arrivare il patriota don Luigi Baroldi, il quale per incarico del comune e degli amici aveva raccolto delle memorie riguardanti Fiavé stampate dalla tipografia Monauni. Ma qui il diavolo ci aveva messo la coda. Erano giunte in tempo a Riva, ma ai messi spediti per levarle, per balordaggine dell'impiegato postale si rispose con un nichts. Era la questione che questi pacchi invece d'essere nella stanza n. 1 erano in quella n. 2 per modo di dire. Tutto il male però non viene per nuocere, e domenica mattina arrivò don Luigi coi rispettivi pacchi.
Fu cantata la sesta messa dell'Haller; il discorso del novello curato fu breve, ma conciso, vibrato ed affettuoso.
Al pranzo, ristretto ad un circolo d'intimi amici, don Baroldi presentò al novello curato il suo ben ideato e riuscito lavoro intitolato "Memorie di Fiavé e delle Giudicarie", rilegato in raso di seta bianca con bella ed affettuosa dedica, e delle copie legate in tela furono distribuite ai rappresentanti ed agli amici. Ancor quella sera il comune volle che di queste memorie ne fosse data una copia ad ogni famiglia del paese. 3 rappresentanti comunali espressero la loro riconoscenza al rev. don Luigi Baroldi perché seppe sì bene corrispondere ai loro desideri non solo, ma anche perché colle sue pubblicazioni onora il suo paese natio. Il vecchio maestro Righi, di cui don Baroldi fu discepolo, in modo particolare si rallegrò col suo antico allievo, chiamandosi felice d'averlo pel primo avviato alla carriera degli studi.
Così ebbe fine sì bella festa, la quale mostrò una volta di più quanto sia caro don Guetti a tutti gli schietti giudicariesi. 
L.