mercoledì 23 aprile 2014

L'acqua malsana di Fiavé

Il Popolo Trentino, 2 aprile 1889

Fiavé, 29 marzo - Carissimo Zenone! - Dacché eri sceso in campo per ispezzare una lancia in pro d'un acqua potabile in tutto il vero senso della parola a favore del natio nostro paese, io non dubitava punto, che avresti tenuto l'arringo, e che non ti saresti arrestato ai primi passi, contentandoti di gettar là un' idea, come hai fatto nel N. 21 di codesto periodico, e poi piantarci con quel chi s'è visto s'è visto. Perché non te ne desti più per inteso, neppure quando la Lod. nostra Rappresentanza, deliberando sopra un decreto della Giunta provinciale che la eccitava a provvedere a quest'urgente bisogno prese la risoluzione "prima di pronunziarsi in merito alla qualità dell'acqua di ritener necessario analogo schiarimento?".
Che si pensi finalmente una volta a levar quello sconcio dei tubi di legno posti a fior di terra, con cui si conduce l'acqua, ed un' acqua per sé eccellente, dalla vicina selva fino al nostro paese, è una di quelle imperiose necessità, che invero non si sa capir come s'abbia potuto tardar tanto a non provvedervi. Immaginarsi; non ti par una vergogna per un paese di quasi mille anime, e che, grazie al cielo, se fu aggravato di debiti a motivo delle concorrenze stradali, non manca però di risorse in essenze boschive e per far fronte ai suoi impegni e sostenere questa ed altre spese, che si contenti nei mesi estivi d'un po' d'acqua la quale ha perduto tutte le sue proprietà rifrigeranti, ed è poco men che tepida, giacché i tubi ove vien condotta, per quasi tutto il corso sono esposti ai cocenti raggi del sole? E non ti par una vergogna quella di lasciar privo per quasi tutti i mesi d'inverno un paese di quasi mille anime, di acqua di fonte, costringendolo a bere acqua di pozzi, e di pozzi mal costruiti, ove hanno accesso le filtrazioni di tutte le pozzanghere, di tutti i letemaj e di tutti gli scoli del paese? Tu ben sai, caro Zenone, che ai primi geli l'acqua s'arresta, e chi non può bagnarsi l'ugola col liquor di Bacco, è costretto a bere di questa broda, con quanto vantaggio della salute, lo dicano gli uomini della scienza. Io non sono medico, né vo' tirarmi adosso qualche scomunica scientifica ma credo di non dire proprio delle eresie asserendo, che non ultima tra le cause delle molteplici malattie che funestano il nostro paese, in ispecie nei mesi d'inverno, sia anche la mancanza d'un acqua veramente potabile. Aggiungi a questo tutti gli incomodi che ne nascono per abbeverare il bestiame, dovendo adottare per intero il costume degli antichi patriarchi, aggiungi la spesa annua d'un deposito fontanaro, aggiungi la spesa del legname che necessita, ed infine aggiungi pure i casi non infrequenti, per cui anche nel cuor dell'estate, per rottura dei tubi si resta alla lettera "sulla suta", come diciamo noi, e poi giudichi chi ha fior di senno, se l'impresa d'un acqua potabile pel comune di Fiavé non sia proprio di prima ed urgente necessità.
Piazza di Fiavé, anni '30
Mi dirai che la risoluzione della Rappr. pare voglia rimettere quest'importante bisogna alle calende greche, come suol dirsi, e che il pretesto dei maggiori schiarimenti non sia che uno dei soliti sotterfugi per gettare tutto in un fosso e mettervi sopra una pietra sepolcrale.
Io l'ho sempre detto, che tu sei un pessimista di primo grado. O che; volevi che la Rappresentanza votasse quest'impresa senza prima conoscere almeno approssimativamente l'ammontar della spesa? Senza informarsi della qualità dei tubi, della maniera più convenienti per collocarli ecc.? Sarebbe stato prudenza prendere un conchiuso senza cognizione di causa?
Del resto, a far sì, che non si meni il can per l'aja e non ci si abbeveri di sole parole, ci siamo anche noi semplici gregarj cui al pari dei padri della patria stanno al cuore gl'interessi del nostro paese, ed io credo, che su questo campo tutti potremo stringerci la mano, onde d'accordo ripetere la parte dell'importuno Evangelo, il quale a forza di battere e battere, venne alla fine esaudito.
"Almanco acqua" ripeteremo in coro ai nostri padri della patria, e lo ripeteremo finché avran dato ascolto alla giusta e moderatissima nostra richiesta. - Addio, voglimi bene. Tuo aff.mo
Rocco